Avevo pensato di inventarmi una di quelle cose patetico allucinanti che si fanno per sentire gli amici più vicini. Di scrivere a un pò di loro per chiedere una definizione del P. Day. Ho preferito desistire. Un pò per dignità. E un pò perché la consonante in questione si presta a molti equivoci. Non solo da parte del Campatore per eccellenza.
Poi ci ha pensato il prof., che mi ha mandato la foto che potete vedere di seguito. E che dice più di mille parole.
Una settimana ancora e sarà mia.La mattinata è trascorsa tra aggiornamenti e sistemazione dei vari dei blog. Intorno alle 11.15 a.m. è arrivato Luca. Missione Bucato. L’ultimo. Ma si vede che non è giornata. Una giapponesina tutta sorrisi mi scappa davanti appena usciti dall’ascensore e si prende l’ultima lavatrice disponibile. Si ritorna su. Aspettiamo? O ce ne andiamo e il bucato lo facciamo stasera al nostro ritorno? Mentre tentenniamo (oltre alla pastiera continua a mancarmi anche il grande Totò) passano 20 minut. Decidiamo di rifare un tentativo. Ci va bene. Avviamo la macchina. E andiamo dalle ragazze.
Come sempre il posto è accogliente. Mangiamo spaghetti. E prendiamo una fetta di torta (è pur sempre P.asqua). Torniamo che è passata poco meno di un’ora. La lavatrice ha finito. Ma le asciugatrici sono tutte occupate. Ora la faccenda è più seria. Perché le cose a metà non le possiam lasciare. Passano altri venti minuti. Una delle asciugatrici si libera. Da ora ci vorranno almeno 90 minuti per finire la Missione. Torniamo sopra. Poi Luca si appisola. Io lavoro. Intorno alle 2.30 p.m. Luca torna di sotto. Risale che i panni sono ancora un pò umidi. Bisogna evitare di lasciarli inumiditi uno sopra l’altro. La stanza sembra Resina. MeC dappertutto (l’acronimo non sta per Mercato Comune ma è lo stesso assai facile da decifrare). Finalmente usciamo.
A Narimasu prendiamo il treno a volo per Ikebukuro. A Ikebukuro il treno a volo è garantito (passa ogni due minuti). Destinazione Harajuku. Mancano 2 fermato all’arrivo. Accade il miracolo modello 10/decimi (il personaggio di “no graze il caffè mi rende nervoso” che va a Lourdes si immerge nell’acqua e perde la vista; comicia a gridare “non ci vedo più”, “non ci vedo più” e tutti in coro gli rispondono “miracolo, miracolo”): il treno si ferma e non va più avanti. Passano minuti e minuti. Ogni tanto una voce che siega cosa succede. Esclusivamente in giapponese. E’ proprio vero che nessuno è perfetto. Dopo un tentativo andato a vuoto riprovo a chiedere a una ragazza perchè non ci muoviamo da lì. Riesco in qualche modo a farmi capire e lei ci spiega che cìè stato un incidente. Poch minuti ancora e partiamo. Un lampo e arriviamo. A H. bella passeggiata con foto e shopping decisamente interessante. Poi ci dirigiamo verso S. Comncia ufficialmente la Missione Basso.
Arriviamo al negozio. Nessuno parla in inglese. No, c’è uno che resce a capire e a farsi capire (tenete presente che il negozio in qestione è grande quanto 2 FNAC e2 Feltrinelli messe assieme), trattative varie per decidere che l’unica è acuistarlo via web.
Torniamo verso casa. Collegamento via web. Che diamine hanno 17 negozi in gni parte del mondo e vendono in tutto il mondo avranno un sito in inglese. E invece no. Luca smanetta per circa 1 ora. Poi manda una mail. Sembra impossibile. Eppure è vero.
Vi faremo sapere gli sviluppi.
La sera chattate varie ed eventuali. Poi a nanna.
p.s.
Come vedete non ho scritto una parola sulla sconfitta del’Inter contro la Juve. Ma è giusto sappiate tutti (anche Amico e Francesco) che ho sofferto tanto.
p.p.s.
per la prima volta ho sentito per strada parlare italiano da un gruppo di ragazzi per strada. Fa un certo effetto.